doc erice
Nel cuore dell’Agro di Trapani (la provincia più vitata d’Europa) la DOC Erice racchiude un territorio leggendario, disseminato di testimonianze storiche uniche al mondo e di scorci naturalistici di rara bellezza. Un areale compreso tra i comuni di Buseto Palizzolo, Erice, Valderice, Custonaci, Castellammare del Golfo, Paceco e Trapani, con terreni storicamente vocati alla produzione vitivinicola di qualità che, da queste parti, affonda le radici in una tradizione millenaria.
Un territorio ondulato, prevalentemente collinare, con un’altitudine media di circa 200 metri s.l.m., composto da suoli molto scuri, di medio impasto, caratterizzati da una matrice calcareo-argillosa.
Un ambiente ideale per la coltivazione della vite, grazie anche ad un clima tipicamente mediterraneo: inverni piovosi ed estati calde ed asciutte, con escursioni termiche particolarmente accentuate tra il giorno e la notte, e microclimi differenziati che godono dell’influsso dei venti provenienti dal mare.
Il risultato finale si traduce in vini dalla spiccata eleganza e dalla piacevole delicatezza: Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Grillo, Catarratto, Carricante, Insolia ma anche Müller Thurgau, Chardonnay, Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot. In tutte le varietà allevate, sia autoctone che internazionali, si riscontrano aromi gradevoli, armonici, caratteristici ed eleganti, con note fruttate, floreali e vegetali.
Il monte Erice domina Trapani dall’alto. Anticamente abitato dagli Elimi e, in seguito, dai Cartaginesi e dai Romani (che costruirono anche un tempio dedicato a Venere Erycina), nel Medioevo fu denominato “Monte San Giuliano” dai Normanni. Un luogo ameno e incontaminato che dona un punto di vista unico sulla meravigliosa e peculiare biodiversità in terra di Sicilia.
Un’antica leggenda narra che Erice sia stata fondata dagli Elimi, un popolo proveniente probabilmente dalla Grecia e stanziatosi nella Sicilia occidentale intorno all’VIII sec. a.C. Ben presto divenne un centro religioso di fondamentale interesse per la presenza del sacro thémenos, il santuario pagano dedicato alla dea dell’amore. I Cartaginesi prima, e i Punici poi, rafforzarono e ampliarono la cinta muraria della città, trasformando l’antico abitato in una fortezza inespugnabile. Le dominazioni che si susseguirono basarono la loro economia su alcune produzioni agricole, grazie ad un territorio prettamente rurale e agricolo, dove la vigna – insieme all’ulivo e al grano – ha contribuito a definire la stessa identità di questo lembo di Sicilia e delle sue comunità di riferimento, espressione di una cultura contadina atavicamente legata alla civiltà della vite. Un patrimonio tramandato di generazione in generazione che, grazie all’amore e alla passione per una terra così ricca e generosa, la famiglia Fazio è riuscita a preservare e custodire nel corso del tempo, dando vita a vini identitari, fedeli espressioni dei terroir di provenienza.
erice il paesaggio della storia
erice il paesaggio della storia
Il monte Erice domina Trapani dall’alto. Anticamente abitato dagli Elimi e, in seguito, dai Cartaginesi e dai Romani (che costruirono anche un tempio dedicato a Venere Erycina), nel Medioevo fu denominato “Monte San Giuliano” dai Normanni. Un luogo ameno e incontaminato che dona un punto di vista unico sulla meravigliosa e peculiare biodiversità in terra di Sicilia.
Un’antica leggenda narra che Erice sia stata fondata dagli Elimi, un popolo proveniente probabilmente dalla Grecia e stanziatosi nella Sicilia occidentale intorno all’VIII sec. a.C. Ben presto divenne un centro religioso di fondamentale interesse per la presenza del sacro thémenos, il santuario pagano dedicato alla dea dell’amore. I Cartaginesi prima, e i Punici poi, rafforzarono e ampliarono la cinta muraria della città, trasformando l’antico abitato in una fortezza inespugnabile. Le dominazioni che si susseguirono basarono la loro economia su alcune produzioni agricole, grazie ad un territorio prettamente rurale e agricolo, dove la vigna – insieme all’ulivo e al grano – ha contribuito a definire la stessa identità di questo lembo di Sicilia e delle sue comunità di riferimento, espressione di una cultura contadina atavicamente legata alla civiltà della vite. Un patrimonio tramandato di generazione in generazione che, grazie all’amore e alla passione per una terra così ricca e generosa, la famiglia Fazio è riuscita a preservare e custodire nel corso del tempo, dando vita a vini identitari, fedeli espressioni dei terroir di provenienza.